the-long-dark-v1-525678

The Long Dark, il survival game che regala brividi da ipotermia

Vi starete chiedendo cosa ci faccia qui una sorta di recensione su un videogame, che oggettivamente, è quanto di più lontano ci sia dalla concretezza di un’accetta, di un sacco a pelo e dei morsi dei pappataci del Sudamerica. Continuate a leggere!

In realtà, per chi non lo conoscesse, stiamo parlando di un survival game, un genere di videogame che di solito non ha alcun obiettivo da raggiungere o nemico da sconfiggere bensì, pone il giocatore in una situazione semplice e chiara: sopravvivere in un ambiente ostile, raccogliendo cibo e costruendo utensili per la caccia e la difesa.

Sperduti e al freddo

Nel caso specifico, parliamo di un non meglio precisato territorio del Canada nel quale ci ritroviamo, dopo un disastro aereo, salvi sì, ma con prospettive di vita proporzionali alle nostre capacità di far fronte al gelo, ai morsi dei lupi e della fame. Poco male, trovata una strada o un villaggio, basterà fare una chiamata e tornare al caldo. Ovviamente no, perché per rendere tutto più complicato, un evento poco chiaro ci vede completamente soli nel raggio di decine e forse centinaia di chilometri: le case sono vuote, le auto abbandonate e come se non bastasse, la rete elettrica è saltata. Ebbene sì, se state iniziando ad immaginarvi in questa situazione e non vi sentite sopraffatti dal terrore, ma vi sia accende la luce del sopravvissuto di successo, significa che la sfida fa per voi.

Obiettivo? Sopravvivere!

La bellezza di questo tipo di gioco sta nel fatto di non avere alcuno schema predefinito, nessun percorso obbligato, lasciando spazio alle vere priorità di questa sfida: la mera sopravvivenza in totale solitudine e la necessità di esplorare la mappa per trovare nuove risorse, cibo e utensili, senza lasciarci le penne. Questo perché anche dopo ore di gioco e una discreta esperienza, la spavalderia nell’allontanarsi dal vostro rifugio in modo scriteriato può essere punita da una tormenta di neve che, se non affrontata in buono stato di salute e con indumenti adatti (accuratamente simulati nel gioco), si traduce in assideramento in poco tempo.

Il livello di difficoltà può essere scelto dal giocatore in fase iniziale e cambia notevolmente il livello di ansia che questo ambiente imbiancato, a tratti incantevole e generoso e poco dopo, impietoso e letale. Sono i giorni di sopravvivenza a determinare il nostro “punteggio”, la nostra abilità nel far fronte alle incombenze di una condizione estrema che però, con la giusta esperienza e abilità, può diventare estremamente divertente.

Altro su Back to the Wild

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *